Ragusa Ibla, Modica e Noto
Nel 1693 la Sicilia orientale venne colpita da un devastante evento sismico, che rase al suolo 54 città e 300 altri centri minori, causando circa 60.000 vittime.
I maggiori centri urbani ridotti in macerie, e la loro successiva ricostruzione dei primi decenni del XVIII secolo, videro adottare soluzioni architettoniche, che caratterizzarono l'intera epoca con la scelta stilistica del "Tardo Barocco".
A testimonianza di tale "Rinascita", alcune di quelle opere, sono oggi concentrate nelle maggiori città della Val di Noto, che per bellezza, esuberanza e genio stilistico, sono state dichiarate nel 2002 dall'UNESCO, Patrimonio dell'Umanità!
Il Tour del Barocco, offre l'opportunità di poter vedere alcune di queste Opere D'Arte, passeggiando fra i vicoli tortuosi ed eleganti di Ragusa Ibla, degustando qualche prelibatezza tipica nel centro storico di Modica, o rimanendo abbagliati dai caldi colori giallo/arancio lungo il corso Vittorio Emanuele a Noto.
Ragusa Ibla
Le sue origini risalgono ai primi insediamenti Siculi e sembra che sia l’erede di Hybla Haerea, un aggregato di villaggi che venne in contatto con le popolazioni greche e romane, raggiungendo una certa importanza successivamente nel periodo bizantino.
Il nome Ragusa deriverebbe da rogous (di rogoV), termine che indicava "il granaio" o "i luoghi del grano".
Dopo 2 secoli di invasione Araba, in epoca normanna, fu un importante feudo per i regnanti dell'epoca, sotto la "Contea di Modica".
Gli Altavilla prima, con il Conte Ruggero, e poi Svevi, Angioini e Aragona, segnarono i successivi periodi di guerra, di pace, di carestia e di ricchezza.
Nel 1452 si verificò uno degli avvenimenti, che determinarono una rivoluzione economica e il futuro sviluppo della contea. Grazie all'introduzione dell'Enfiteusi, la concessione delle terre, con diritto totale su di esse, in cambio di un tributo, venne a formarsi una nuova categoria di proprietari borghesi, i più ricchi fra i quali, comprando titoli nobiliari, diedero origine ad una nobiltà minore di una certa forza.
Il fisiologico "campanilismo" fra vecchia e nuova Nobiltà diede nuova linfa vitale al territorio, con trasformazioni delle terre coltivate e dell'allevamento, nonché nuove strade, meravigliosi palazzi signorili e nuove chiese...
Dopo il terremoto dell’11 gennaio del 1693, quando si decise la ricostruzione della città, buona parte dei vecchi nobili preferì ricostruirla dove sorgeva prima, mentre i massari e la nuova borghesia, preferirono delocalizzare con nuovi edifici, facendo così nascere una Ragusa Nuova caratterizzato da strade ampie e rettilinee.
Sorsero cosi due Raguse: Ragusa Nuova e Ragusa Vecchia, quella Superiore e quella Inferiore, che ebbero per molti anni vite amministrative separate e che solo nel 1926 furono riunificate nell’attuale città capoluogo di provincia.
Modica
Dopo i primi insediamenti Siculi, data la ricchezza delle sue terre, anche Modica conobbe colonizzazioni e invasioni.
Ai Greci, Romani e Bizantini, seguirono i periodi bui delle invasioni barbariche di Vandali, Eruli, Goti, nonchè dei Sarceni. Fu solo dopo due secoli di dominazione Araba, che divenne un importante centro agricolo e commerciale con il nome di Mohac.
Nel successivo periodo Normanno, Modica divenne centro dell'omonima "Contea", insieme alle città vicine di Ragusa e Scicli; con queste seguì l'evoluzione Economico/Sociale dettata dai regnanti e dalle dinastie dell'epoca.
Il sisma del 1693 fa da cerniera con il passato, per tutte le città della provincia iblea in cui le elite furono costrette a prendere delle decisioni importanti per la ricostruzione. Alla domanda che si posero le comunità colpite dal terremoto, se restare o abbandonare i luoghi terremotati, Modica decise di rimanere.
La ricostruzione avvenne sulla base di quanto era rimasto in piedi e sulla possibilità del restauro delle architetture lesionate o crollate solo in parte, quantomeno nella prima fase tra la fine del Seicento e il primo decennio del Settecento.
Quella scelta coraggiosa, ha contribuito a portare fino ai giorni nostri, perle di ineguagliabile bellezza, cosicché. come per Ragusa Scicli e Noto, anche Modica è stata dichiarata nel 2001 dall’UNESCO, Patrimonio dell’Umanità
Noto
La fondazione della città risale al V secolo a.C. per opera del re dei Siculi Ducezio, che spostò l'antico insediamento umano dall’altopiano della Mendola, alla sommità del Monte Alveria dopo le guerre contro greci Siracusani.
Nonostante ciò, anche la città di Neas (o Netum), divenne dapprima colonia greca, poi romana, bizantina e infine araba.
Nei due secoli di loro dominazione, conobbe un periodo di grande ricchezza e sviluppo: nominata Capovalle nel 903 d.C (da qui il termine Val di Noto), vide uno sviluppo tecnologico agricolo e commerciale senza precedenti.
Seguirono le dominazione normanne con il Conte Ruggero d'Altavilla, il periodo di rivolte contro i francesi degli Angioini, ed infine il periodo degli Aragonesi.
Fu sotto la loro influenza, che finalmente i nobili siciliani dell'epoca, con l'introduzione dell'Enfiteusi, furono riconosciuti al pari dei loro conquistatori, condizione essenziale per lo sviluppo economico, sociale e artistico della città.
Il terremoto del 1693 segnò per sempre la fine della città di Noto in quell'area, in quanto si decise che la sua ricostruzione avvenisse a 8 km di distanza.
Con l’intento di ripristinare i vecchi fasti della città, in accordo con lo stile dell’epoca, furono chiamati i più illustri ingegneri e architetti del tempo, che elevando al suo apice lo stile Tardo Barocco, regalando alla città l’appellativo di “Giardino di Pietra”, dichiarato nel 2002 Patrimonio dell'Umanità UNESCO
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