L'area archeologica di Agrigento

 

La città di Akragas, fu fondata nel 580 a.C. da coloni provenienti da Rodi e da Gela.

Essa sorge su di un altipiano non lontano dal mare, protetto a Nord dai rilievi della Rupe Atenea e del Colle di Girgenti e a Sud dalla cosiddetta Collina dei Templi e circondato dai fiumi Akragas e Hypsas. Il suo porto (emporion) si trova alla foce dei due fiumi, nell’odierna borgata marinara di San Leone.


Fra la metà del VI e la fine del V secolo a.C., sia sotto la tirannia di Terone (488-473 a.C.), che nel periodo democratico di Empedocle (446-444 a.C.), la città fu oggetto di un fervore edilizio senza eguali; le maggiori opere di epoca ellenistica ancora visibili, sono proprio di questo periodo.                                                         

Nel suo apogeo, Akragas assunse le proporzioni di una grande città stato con più di 20.000 abitanti. 

Sotto il tiranno Terone in particolare, l'impulso espansionistico culminò addirittura con la vittoria sui Cartaginesi nella

battaglia di Himera (480 a.C.).

Nel 406 a.C., durante la seconda guerra Punica, un successivo assedio da parte dei Cartaginesi diede il via ad un periodo di decadenza e nuove occupazioni; dapprima una fase sotto l'orbita di Siracusa, con il condottiero Corinzio Timoleonte e poi nuovamente sotto i cartaginesi.

Per vedere una nuova rinascita, la città dovette attendere il dominio Romano nel 210 a.C., che latinizzò il nome della città in Agrigentum.

Dapprima obbligata a versare a Roma il decimo dei raccolti annuali (civitas decumana), fu solamente sotto l'imperatore Augusto, che poté nuovamente ottenere quella autonomia degna del suo vecchio splendore.

A partire dal VI secolo d.C., a causa delle invasioni barbariche, l'antica Agrigentum si spopolò ed il centro abitato si spostò oltre la vecchia cinta muraria, verso la parte alta del colle di Girgenti, dove si svilupperà la città medievale e poi moderna.

 

Dal 1997 l'intera Valle dei Templi è stata inserita nella lista dei patrimoni dell'umanità redatta dall'UNESCO

 

All'interno dell'area archeologica, potrete ammirare sia opere di epoca Greca che Romana, come Il Tempio della Concordia, La Tomba di Terone, il Tempio di Ercole, di Castore e Polluce, i resti del tempio di Giove e di Vulcano, il giardino della Kolymbethra, Le Necropoli paleocristiane, il Ginnasio, le domus di lusso ed altro ancora...

 

Villa Romana del Casale

 

Una struttura romana, di epoca tardo imperiale, che per la sua eccezionale ricchezza di elementi architettonici e decorativi, è divenuta patrimonio culturale della Regione Siciliana, tutelata dall’UNESCO dal 1997.

La Villa era il centro di un importante latifondo, con funzione amministrativa, residenziale e di rappresentanza.

I suoi oltre 3000 metri quadri di mosaico rispondono al preciso disegno indicativo della cultura del padrone di casa.

L’identità del proprietario della Villa non è, ad oggi, certa; secondo i più recenti studi, è attribuita ad un alto esponente dell’aristocrazia senatoria romana, forse un Praefectus Urbi (un responsabile dell’ordine pubblico della città di Roma).

Caratterizzata da varie modifiche architettoniche nei secoli, l’attuale impianto, la cui edificazione è riferibile alla prima metà del IV secolo d.C, appare oggi stilisticamente influenzato dall’arte dei mosaicisti africani che sono stati chiamati a realizzarlo e che si dispiega, con ricchezza compositiva, in una moltitudine di ambienti a carattere pubblico e privato, su diversi livelli e suddivisa in quattro grandi aree: 

 

  • Ricevimento ufficiale; 
  • Amministrazione, sale da banchetto non ufficiali, aule di culto;
  • Unità abitative con locali di servizio collegati;
  • Aree di passaggio e di servizio. 

 

 

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